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lunedì 29 settembre 2008

Che tu sia per me il coltello (I)

Ho appena finito di leggere Che tu sia per me il coltello (Mondadori, 1999) di David Grossman, il più famoso scrittore vivente israeliano, considerato (condivido!) tra i principali autori della letteratura mondiale contemporanea. Da anni impegnato nella causa del pacifismo, ha perso un figlio che prestava servizio militare di leva nel 2006 nel Libano meridionale. Di Grossman avevo letto a metà degli anni '80 Vedi alla voce: amore, un'opera assolutamente originale per forme e linguaggi narrativi, che, per quanto difficile da dipanare, mi aveva totalmente avvinto e conquistato. Consultando il suo profilo su Wikipedia, ho appena scoperto che di tutta la sua produzione, senza volerlo, ho letto proprio i due romanzi più "sperimentali" e difficili. Che tu sia per me il coltello è una di quelle opere che piace tantissimo o non piace per niente, senza mezzi termini. Ha un "carattere" e una "personalità" troppo forte per lasciare indifferenti. A dimostrazione di tale facoltà di "polarizzare" le opinioni (che a mio parere è una caratteristica dei capolavori) riporto a caso alcune valutazioni dei lettori trovate su internet. Federico (28-11-2007) uno dei peggiori libri che abbia mai letto, mi sono sforzato, l'ho letto tutto sperando in un riscatto sul finale. Lento, lentissimo, prolisso, verboso, noioso all'infinito. Un tentativo mal riuscito di approfondimento psicologico dei personaggi e poi tanta, troppa enfasi nel raccontare il nulla. Brutto accorgersi di aver buttato via così soldi e tempo. Voto: 1 / 5 Giuliopez (02-04-2007) Unico ed affascinante! Certo non una lettura facilissima, soprattutto per lo stile usato da Grossman, ma per un attimo ogni tanto è bello lasciarsi cullare da una storia dove sono i sentimenti a farla da padrone e dove agli stessi sentimenti è difficile, se non impossibile come ci dimostrano Yair e Myriam, evadere dalla vita reale e dai loro problemi (ma anche dalle gioie)di tutti i giorni. Personalmente lo ritengo un libro da leggere. Voto: 5 / 5 gra' (07-09-2006) Premettendo il fatto che non sono un tipo che desiste e che quasi mai lascio un libro a metà- sia per i soldi spesi, sia perchè voglio illudermi di un riscatto- questo LIBRO L'HO POSATO DOPO 30 PAG PERCHè è SNERVANTE, PROLISSO, SURREALE, SENZA UNA TRAMA COINVOLGENTE... LE LETTERE SEMBRANO SOLTANTO UN ELUCUBRAZIONE FINE A SE STESSA! Voto: 1 / 5 Tears of Darkness (20-10-2004) Ho comprato questo libro oggi pomeriggio ... sono entrata in libreria in cerca di un esperienza nuova ... Era lì, ne ho letto le prime pagine ... Era il libro che stavo aspettando, il libro che narrasse ... L'ho letto tutto di un fiato nel parcheggio, piangendo su ogni pagina ... la parole dilatate dalle mie lacrime come corpi, altri corpi altre parole! Che tu sia per me il mio coltello! Voto: 5 / 5 Manu (17-06-2006) Me l'ha consigliato un amico, ma mi ha delusa, di difficile lettura, praticamente non ho capito quasi nulla, nemmeno il finale, forse sono io che non capisco questo genere di scrittura, che ritengo troppo pesante. Voto: 1 / 5 Moemi (30-12-2001) Delicato e denso di particolari caldi, seducenti, veri. é il libro che in assoluto porta più frasi sottolineate perchè traducono bene ciò che può nascere dentro coloro che si scambiano pensieri, sensazioni, dolori. Nel romanzo i due si scoprono con delicata perizia. si amano dalla prima parola. si affacciano uno nell'inferno dell'altro chiarendo come è vero che da bambini si è crudeli perchè indifesi e da grandi si è duri per ripicca. Superbo. Voto: 5 / 5 Non vi dico assolutamente nulla della storia raccontata in Che tu sia per me il coltello... però vi lascerò parecchi brani, in modo che possiate capire da soli se sarà il vostro prossimo libro o no. Sottolineo però che Grossman declina secondo una formula inedita la forma del genere epistolare, sottocategoria: corrispondenza "amorosa" tra un uomo e una donna. L'autore israeliano crea una sorta di epistolario a "senso unico". E proprio quando la storia si avvicina alla conclusione avviene un incredibile capovolgimento di fronte e prospettiva: il "senso unico" si rivela l'opposto di quello che credevamo. Pagina dopo pagina emerge lentamente una scarna trama e soprattutto le personalità dei due protagonisti, Yair e Myriam e, sullo sfondo, sfumate, quelle dei loro cari: Maya e Yidò, Amos e Yochai (e Ana). Il finale è spiazzante: drammatico o aperto? Sta al lettore sceglierlo.
L'INCIPIT
3 aprile
Myriam, tu non mi conosci e, quando ti scrivo, sembra anche a me di non conoscermi. A dire il vero ho cercato di non scrivere, sono già due giorni che ci provo, ma adesso mi sono arreso. Ti ho vista l'altro ieri al raduno del liceo. Tu non mi hai notato, stavo in disparte, forse non potevi vedermi. Qualcuno ha pronunciato il tuo nome e alcuni ragazzi ti hanno chiamato "professoressa". Eri con un uomo alto, probabilmente tuo marito. È tutto quello che so di te, ed è forse già troppo. Non spaventarti, non voglio incontrarti e interferire nella tua vita. Vorrei piuttosto che tu accettassi di ricevere delle lettere da me. Insomma, vorrei poterti raccontare di me (ogni tanto) scrivendo. Non che la mia vita sia così interessante (non lo è, e non mi lamento), ma mi piacerebbe darti qualcosa che altrimenti non saprei a chi dare. Intendo qualcosa che non immaginavo si potesse dare a un estraneo. Inutile dire che questo non comporta obblighi da parte tua, non devi far nulla (sono quasi certo che non mi risponderai). Ma se, malgrado tutto, un giorno vorrai farmi sapere che leggi le mie lettere, troverai sulla busta il numero della casella postale che ho affittato questa mattina e che è destinata solo a te. Se mi devo spiegare, allora è tutto inutile: non sentirti in dovere di rispondere, probabilmente mi sono sbagliato sul tuo conto. Ma se sei tu quella che ho visto stringersi nelle braccia con un cauto sorriso, credo che capirai.
Yair
P.S. Mi ha consigliato di leggere Che tu sia per me il coltello una nuova lettrice dei miei libri, dopo che lei a sua volta, capitata su questo blog, aveva colto il mio invito a leggere L'arte della gioia di Goliarda Sapienza.

3 : commenti:

Anonimo ha detto...

Sono io la 'nuova lettrice' di cui parla Daniele e ribadisco che questo libro è BELLISSIMO; sia che vi succeda di identificarvi nei protagonisti sia che li sentiate lontani. E' comunque un mondo che non finirà mai di stupici quello che ci propongono Yair e Myriam: quello estremamente interessante della psiche umana.

Ciao Daniele!

Amina

Daniele Passerini ha detto...

Ciao Amina, bentornata!
Farò altri due post su questo fantastico libro: sto scansionando con OCR un po' di brani. Grazie al mio "vizio" (nostro se ricordo bene) di sottolineare le parti che più colpiscono, mi ritrovo una bella selezione. Così farò un post sulle parole di Yair e un'altro sulle parole di Myriam. Preparati a commentare, ci conto!

Federicasole ha detto...

Molto bello, appena finito di leggere:
http://www.lamiadolcebambina.blogspot.it/2012/05/che-tu-sia-per-me-il-coltello-venerdi.html
un saluto!

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